OLTRE LE FRONTIERE DELLA MODA

Lunga è la storia della moda, nata un battito di ciglia dopo la necessità di coprirsi, come se fosse già presente nell’uomo la necessità di dare un senso a ciò che indossava oltre la pura funzionalità… Infinite le follie annoverabili nella storia fatte in nome di un senso estetico che in quel preciso momento, ed esclusivamente in quello, assumeva per un’intera società l’idea del “bello”:

dai sensuali denti neri dell’anno 1000, al volto senza sopracciglia con capelli rasati a formare una punta sull’altissima fronte delle dame del ‘400. Innumerevoli le stravaganze nell’abbigliamento, che da contesti militari o dai bassi fondi si é fatto strada nelle alte sfere della società per poi divenire moda di massa.

Basti pensare alle enorme protuberanze falliche dei pantaloni dei lanzichenecchi, simbolo di virilità e spregio verso la chiesa, che grazie alla loro fama di combattenti e mercenari divennero cool in tutta Europa, diffondendo una moda durata per decine di anni! Cinquecento anni dopo stessa storia per i pantaloni extra large delle star della scena rap ed hip hop, magari scesi a scoprire i boxer, mode dilaganti con radici sociali che provengono da carceri e ghetti, vissute come immagine riflessa del brillare di una nuova stella.

Cultura, società,identità, disagi e desideri, tutto confluisce nella moda e tutto diviene mercato. Possiamo quindi parlare di corsi e ricorsi storici, in un mondo dove nulla sembra poter essere più inventato, in un mercato dove quantità e profitto, hanno sostituito qualità e durevolezza, ci domandiamo quanto la moda, mai come oggi, sia diventata omologazione, quanto riusciamo a barcamenarci nell’imposizione data dal trend del momento, che viene ostentato a tutti i livelli, in tutte le vetrine, come qualcosa che deve appartenerci per far parte di questo strano club, per niente esclusivo, che ci definisce “alla moda”.

Se come abbiamo osservato la macchina del fashion trae ispirazione dalla società e dalla storia, che sia lontana, stravagante o reietta, non dobbiamo dimenticarci, come canta De Gregori, che “la storia siamo noi”, e sono proprio alcuni di noi gli artefici reali di quella magia. 2021, anno denso di parole come “sostenibilità” e “resilienza” , dove riprendersi il proprio spazio ed il proprio tempo sembra sia diventato un must, approfittiamone quindi per superare le frontiere della moda e riappropriarci della nostra immagine, scegliendo solo quello che ci appartiene , per le forme del nostro corpo o le linee del nostro spirito, lasciando il resto a qualcun altro, diverso da noi, dando origine ad un nuovo trend dove lo stile non ha mercato, ma solo individualità.